DR. GIOVANNI SANFILIPPO
Laurea in Medicina e Chirurgia
Specializzato in Urologia a Parma
1992: Libero Professionista c/o due cliniche private di Palermo
1993-1998: Libero Professionista c/o la Casa di Cura Piccole figlie di Parma
Libero professionista c/o l’ospedale di neuropsichiatria di Monticelli Terme di Parma
1999-2000: Specialista di Urologia c/o i Poliambulatori di Parma e Fidenza
2000-2001: Urologo c/o l’Ospedale di Garbagnate Milanese (MI)
2001-2005: Urologo dipendente c/o Clinica San Rocco di Franciacorta (BS)
Dal 2003: Urologo dipendente c/o ASL dell’Ospedale Civile di Brescia, operante sul territorio
Dal 2006: Libero professionista c/o la Clinica Sant’Anna di Brescia e la Clinica San Rocco di Franciacorta (BS)
Laurea in Medicina e Chirurgia
Specializzato in Urologia a Parma
1992: Libero Professionista c/o due cliniche private di Palermo
1993-1998: Libero Professionista c/o la Casa di Cura Piccole figlie di Parma
Libero professionista c/o l’ospedale di neuropsichiatria di Monticelli Terme di Parma
1999-2000: Specialista di Urologia c/o i Poliambulatori di Parma e Fidenza
2000-2001: Urologo c/o l’Ospedale di Garbagnate Milanese (MI)
2001-2005: Urologo dipendente c/o Clinica San Rocco di Franciacorta (BS)
Dal 2003: Urologo dipendente c/o ASL dell’Ospedale Civile di Brescia, operante sul territorio
Dal 2006: Libero professionista c/o la Clinica Sant’Anna di Brescia e la Clinica San Rocco di Franciacorta (BS)
La politica sanitaria del Dr. Giovanni Sanfilippo
“Ho sempre creduto e portato avanti il concetto per cui chi si rivolge a un medico per un consulto
medico non è un numero di prenotazione, né un potenziale paziente ma, prima di tutto, una persona che cerca risposte a dei disturbi, veri o presunti.
Il più delle volte la persona arriva intimorita, con difficoltà oggettive nell’esprimersi.
Se è vero che il numero dei malati è in aumento e che, a volte, ci troviamo a doverli visitare in un tempo molto ristretto, personalmente ho sempre pensato che ciò non può giustificare il non ascoltare, non spiegare e non dare le auspicate risposte alle domande che ci vengono poste.
La mia prima regola è avere rispetto della dignità individuale, cercando di creare un clima familiare e di fiducia con la persona, per metterla subito a proprio agio.
Sono contrario a quelle situazioni dove il paziente percepisce un certo distacco tra lui e il medico perché quest’ultimo assume un atteggiamento tipo “io sono e tu sei”. Atteggiamento che, purtroppo, sembra essere molto diffuso e che mette il paziente a disagio, a discapito del raggiungimento dell’obiettivo finale: la giusta diagnosi. Il paziente ha bisogno di essere ascoltato e “coccolato” anche se il tempo non lo permetterebbe, ha bisogno di un giusto apporto psicologico e, soprattutto, di acquistare fiducia, a tutto beneficio della tutela della sua salute. Purtroppo nel nostro operato, il più delle volte c’è un atteggiamento, seppure inconsciamente e in totale buona fede, aggressivo o distaccato, che porta il paziente a vivere stati di ansia perché si è sentito annullato come essere umano proprio a causa della mancanza di dialogo. Per mia indole, e per il credo a cui sono stato abituato, il paziente è sempre al centro della mia attenzione e, anche quando avesse un carattere “difficile”, non mi allontano mai dal suo reale bisogno di essere aiutato e curato. In altre parole, la mia vocazione medica si fonda sul postulato: TUTELARE,PRESERVARE, CURARE… senza mai aggredire. Seguo la regola dell’umiltà, che sta nel riconoscere i propri limiti e cercare la collaborazione con altri ma, soprattutto, nel rispettare la persona che si affida alle mie cure.”